Amicizia... Amore... Paranoie... ed altre sciocchezze!

  1. Monologo del signor Intestato
    Epilogo della commedia "La voglia di vivere"

    Tags
    Teatro
    By Francesco Forever il 28 Oct. 2017
     
    +1   -1    2 Comments   54 Views
    .
    Riposto qui sotto, per gli amanti del teatro, un brano della commedia "La voglia di vivere".
    E' un lavoro che sto scrivendo ma non ancora concluso, benché il tratto che vi riposto ne rappresenta l'epilogo.
    Se vi va leggete questo monologo ed immaginate la trama della commedia.

    Ecco:
    ========================================

    teatro_b




    EPILOGO



    Scenografia: La scena rappresenta una specie di sala d’aspetto di una stazione dei bus. C’’è una panchina nella parte sinistra della scena rivolta verso il centro. Sulla panchina è seduto un giovane signore con una valigetta ventiquattr’ore che legge una rivista. La luce è scarsa e tutta la scena è in penombra. La scena è delimitata sul fondo da una parete con alcune porte di uscita, con una parete senza aperture dietro al panchina e con una parete in cui si apre una porta nella parte destra.
    La scena resta senza movimento per qualche decina di secondi, poi dalla porta laterale entra il sig. Intestato, vestito con un cappotto, cappello, e con una grossa valigia in mano.
    Si guarda un po’ intorno con aria smarrita, si gira un paio di volte su se stesso, poi scorge la panchina con il giovanotto seduto e si avvicina lentamente. Giunto in prossimità della panchina si rivolge al giovane.

    *********************************



    Intestato:
    Mi scusi, giovanotto. Le dispiace se mi siedo vicino al lei? Non vedo altri posti per sedersi. (Al segnale di assenso del giovane si siede di fianco e posa la valigia per terra davanti a lui). Buon giorno signore, anzi buona sera… è ormai pomeriggio avanzato. Spero di non disturbare! (Il giovanotto fa cenno di no). Vede signore, mi sto accingendo ad un viaggio che non avevo neppure programmato e forse non avrei neanche voluto fare, ma, cosa vuole che le dica, non tutto quello che facciamo è frutto dell’opera nostra, del nostro pensiero e del nostro desiderio. Eppure tutto questo capita, e quando capita bisogna farsene una ragione. E a me tocca partire. (pausa)… Vedo che anche lei è di partenza. Ma a giudicare dal suo bagaglio il viaggio che deve fare non è lungo, vero? (il giovane fa cenno che è così). Certamente non viaggeremo insieme e magari domani stesso lei sarà di ritorno a casa sua, con i suoi cari, e non quasi certamente penserà più al viaggio di oggi. O magari le resterà qualche cosa, un episodio, un fatto che ha vissuto, un luogo che ha visitato, una persona che ha incontrato…. cose che resteranno nella sua memoria e le serviranno per aumentare di una unità il numero delle sue esperienze di vita. (pausa) E’ importante sa? Ma forse la disturbo? Le do fastidio? (Ancora il giovanotto fa cenno di no). Le dicevo è importante raccogliere e conservare le esperienze. Prima o poi vengono bene. E poi si impara…. Proprio da episodi a volte inaspettati vengono fuori delle informazioni e delle conoscenze che poi sono l’essenza della vita di un uomo. Sono queste cose che fanno crescere sempre di più.
    Ma le raccomando di non avere nessuna premura di raccogliere dati, informazioni ed esperienze. Spesso non c’è bisogno di cercare. Vengono da sole, anche quando meno se l’aspetta, anche quando non vorrebbe che venissero. Ma le assicuro che se da una parte è giusto che sia lei a cercare di arricchire la sua vita con esperienze, dall’altra è anche vero che le cose più significative possono giungere come un fulmine a ciel sereno, senza che siano state cercate, senza che ci si aspettasse che venissero. E sono proprio queste le cose più importanti e le cose che insegnano di più. Perché costringono gli uomini a gestirle, senza avere il tempo di pensare. Bisogna trovare soluzioni, e significati immediatamente, senza perdere tempo ee è necessario prendere decisioni istantanee. Spesso sono decisioni che segnano la vita di un uomo, in modo positivo o in modo negativo, non importa, e se anche si è costretti a prendere delle brutte facciate non sempre questo è un guaio, anzi spesso le ferite insegnano di più delle carezze, fortificano l’anima, temprano il carattere, costruiscono un uomo vero. (pausa)
    Questa in fondo è l’essenza della vita. La capacità di trovare, inventare, gestire e immagazzinare esperienze. Un uomo senza esperienza è una nullità. Non è neanche un uomo. Rimane un bambino. Ed è una cosa terrificante essere un bambino adulto, anziano, vecchio. E’ ovvio che ogni cosa deve avere il suo tempo e non si potrà mai avere l’esperienza di 50, 60, 70, 80 anni se non si è raggiunta l’età di 50, 60, 70, 80 anni. Non creda a chi le dice che ci possa essere un ragazzo che ha la stessa quantità di esperienza di una persona anziana.
    L’esperienza non è una cosa che si compra o si vende. L’esperienza si vive, giorno dopo giorno, anno dopo anno. E se non si vive non si può accumulare esperienza.
    Mi creda, signore, è molto più facile trovare un adulto con l’esperienza di un ragazzino che viceversa.
    Vede, signore, noi siamo vicini, stiamo facendo una cosa simile, un viaggio, eppure siamo diversi, perché la mia età non mi consente di paragonarmi a lei. Ma anche lei non può paragonarsi a me.
    Ma se mi chiedo chi sta meglio tra i due non ho una risposta. E forse non c’è una risposta se non quella che ciascuno di noi sta vivendo ciò che il tempo, il destino, la natura stessa dell’uomo riserva ad ogni età della vita.
    Vede, io le invidio la giovinezza, eppure so che non mi servirebbe tornare giovane come lei. Sarebbe solo uno sbaglio. Io ho già visto e vissuto ciò che la sua età sta adesso mettendo a sua disposizione. Ne faccia buon uso, affinché quando arriverà alla mia età possa al più avere dei rimorsi …. Ma non dei rimpianti. (Pausa)
    Sa cosa porto dentro quella valigia che vede li a terra? Sa cosa c’è dentro?
    (Il giovane lo guarda stranito)
    La dentro c’è tutta la mia vita. Tutti i miei ricordi, tutte le mie azioni. C’è il bene ed il male che ho fatto, così come il bene ed il male chi ho ricevuto. Ci sono gli errori fatti, ci sono i guai scampati e le cose buone che sono riuscito a fare. Insomma tutte quelle cose che vengono definite “Esperienza”. Ma soprattutto c’è la mia coscienza…. C’è la consapevolezza che quando ho sbagliato non l’ho fatto per male, ma solo perché credevo di fare bene. C’è la certezza che le cose buone che ho fatto resteranno anche dopo che io sono partito… e saranno una preziosa testimonianza anche per coloro che non me lo riconosceranno mai.
    Vede, amico mio, se io ritornassi alla sua età farei esattamente quello che ho fatto fino ad ora. Rifarei gli stessi sbagli e le stesse cose buone che ho già fatto. Perché dunque tornare indietro? Tocca a lei andare avanti. Io sono arrivato ed è giusto che sia così.
    Le sembra strano che uno che sta partendo dica di essere arrivato? …. Mi creda non c’è nulla di strano se solo ci pensa un poco. Nella vita il punto di partenza e di arrivo coincidono. Ci pensi! E adesso per me è ora di andare.
    MI perdoni se l’ho disturbata per un poco, ma vedrà che un giorno, forse, si ricorderà anche lei di questo incontro strano con un tipo strano. E forse troverà un senso a quello che le ho detto. Adesso faccia il suo cammino, percorra la sua strada. Per lei non è tempo di consuntivi. Tirerà le somme quando sarà il momento.
    Le auguro buon viaggio e buon ritorno tra i suoi cari.
    (Si alza dal sedile, prende la sua valigia, si volta ancora verso il giovane per un ultimo cenno di saluto. Si avvia verso le uscite sul fondo e da li esce di scena.)
      Share  
     
    .

Comments
  1. Eraldo
    view post
     
    .

    User deleted

    User deleted


    Il giovane risponde a cenni e quindi da l'impressione allo spettatore che sia muto. Forse un minimo dialogo ....
     
    Top
    .
  2. view post
     
    .
    Avatar

    Junior Member

    Group
    Administrator
    Posts
    75
    Reputation
    +26

    Status
    La figura del giovanotto non ha un ruolo nel lavoro se non quello di consentire a Intestato di svolgere il suo monologo come se si rivolgesse ad una persona.
    Ma il fulcro è proprio il monologo del protagonista.
    Avrei potuto scegliere di non mettere nessuno, ma mi sembrava troppo pesante, oppure di usare una figura astratta, un santo, una divinità.... tutto sommato ho preferito questo "personaggio muto".
     
    Top
    .